La chiamano GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

| Veronica Giannone |

On. Veronica Giannone, VITA

L’intento è certamente quello di ricordare le donne uccise dagli uomini, ex mariti, ex compagni o semplicemente uomini che hanno la convinzione di decidere della vita delle donne.

L’intento è certamente quello di informare su ciò che sempre più spesso avviene: l’omicidio di donne da parte di uomini.

L’intento è certamente quello di parlare di prevenzione, di supporto, di aiuto da parte delle istituzioni… Ma tra le intenzioni e le azioni concrete c’è un’enorme differenza.

Le istituzioni, delle quali ho fatto parte anch’io negli ultimi anni, sprecano il loro tempo e il denaro pubblico, per organizzare eventi e manifestazioni in questa giornata da anni e anni, senza però portare reale prevenzione, reale sostegno, reale tutela a tutte le donne che continuano a subire violenze di ogni tipo, soprattutto psicologica ed economica, non tenuta assolutamente in considerazione, soprattutto nei casi di separazione giudiziaria.

Non ho contezza delle volte in cui l’Italia sia stata multata, ammonita dall’Europa per le troppe denunce archiviate, o per meglio dire, completamente ignorate e cestinate senza neanche una minima indagine.

Non ho contezza delle volte in cui le forze dell’ordine e le procure non hanno provveduto a recepire il deposito di denunce da parte di donne vittime di violenza, anche reiterata.

Non ho contezza delle volte in cui i giudici non hanno tenuto conto di denunce o addirittura di sentenze che hanno riconosciuto la violenza in ambito penale.

Giudici che nel civile decidono di punire le donne che hanno denunciato, spesso privandole dei loro figli e privando gli stessi della madre, con motivazioni che nulla hanno a che vedere con lo stato di pericolo di un bambino.

Madri attente, premurose, amorevoli, protettive, trattate come le peggiori delinquenti in nome di definizioni di comportamenti interpretati da gente che dice di aver studiato e di avere la capacità di riconoscere madri alienanti, malevole, iperprotettive, manipolatrici…

Nulla di scientifico, nulla di concreto, nulla di reale.

Solo un’invenzione di uomini e altre donne che grazie a queste invenzioni guadagnano fior di migliaia di Euro.

Così come gli enti di formazione che insegnano qualcosa che non esiste, ma che frutta parecchio a discapito di donne e soprattutto bambini. In nome di una legge tanto volontà e sostenuta da uomini separati che, comprendendo che anche senza sostegno economico ai propri figli, le madri li crescevano comunque, senza fare mancare loro nulla, con amore e dedizione.

Questa legge, la 54 del 2006, la cosiddetta legge sulla bigenitorialità, è alla base della reclusione di migliaia di bambini e adolescenti in strutture residenziali.

Bambini privati della loro vita serena accanto alla loro madre, ai loro affetto, alle loro amicizie perché un uomo, il loro padre, ne ha chiesto la reclusione. Perché se il bambino non vuol stare con lui, ne ha timore, allora non deve stare neache con la madre, colei che l’ha messo al mondo, l’ha nutrito, l’ha amato incondizionatamente.

E non importa alle istituzioni quanto dolore questi bambini possano provare, quanto possa essere violento, aggressivo, spaventoso il padre: DEVONO imparare ad amare il genitore rifiutato.

Tante di queste donne oggi non ci sono più, sono solo un ricordo per i loro figli, per i loro genitori, per chi le amava.

Il 25 Novembre è un giorno come gli altri, e le istituzioni altro non fanno che utilizzare questa giornata per far vedere che sono interessate alla questione, promettendo chissà ché, e arrivare a fine giornata dicendo a loro stesse “Anche questa è fatta”.

Il 25 Novembre è la giornata dell’ipocrisia.

Il 25 Novembre è la giornata della VITTIMIZZAZIONE secondaria, quelle delle istituzioni.

Di seguito 2 delle nostre proposte depositate in Parlamento per aiutare concretamente le donne.

Tutte le proposte depositate negli anni sono state RESPINTE.

PROPOSTA DI LEGGE d’iniziativa dei deputati
GIANNONE, CASSINELLI, CRISTINA, PITTALIS

“Modifiche al codice civile, alla legge 4 maggio 1983, n. 184, e alla legge 8 febbraio 2006, n. 54, in materia di responsabilità genitoriale, affidamento dei minori e ascolto del minore nei procedimenti che lo riguardano”

EMENDAMENTO Art. 25.1 “Fondo di assistenza legale per le donne vittime di violenza e maltrattamenti”

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