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Lettera aperta al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste

Un gruppo di associazioni no profit impegnate nello sviluppo sostenibile pubblica sul sito www.greatitalianfoodtrade.it una lettera aperta, rivolta al ministro dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida.

Sara Cunial “Signor Ministro dell’Agricoltura, Sovranita’ alimentare e foreste, prendendo visione del Programma che ha presentato lo scorso 29 novembre alle Commissioni di Camera e Senato, intendiamo comunicarle la nostra posizione. ”

Dr. Mario Apicella, Pres. Marco Bertelli, Pres. Samuela Breschi, Dr. Matteo Carbone, Pres. Gianni Cavinato
Pres. Rosanna Crocini, Dr.ssa Sara Cunial, Pres. Giovanni Damiani, Dr.ssa Michela Del Vecchio, Avv. Dario Dongo, Pres. Mauro Falcioni, Pres. Maurizio Mazzariol ,Prof. Bartolomeo Schirone, Dr. Eugenio Serravalle

LEGGI IL TESTO DELLA LETTERA

Lettera aperta al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste
Un cordiale saluto signor Ministro
prendendo visione del Programma che il 29 novembre scorso ha presentato alle
Commissioni di Camera e Senato, intendiamo segnalarLe, come Lei stesso ha chiesto, le
molte prese di posizione che riteniamo positive ed alcune pericolose criticità su cui
intendiamo metterLa in guardia.
Lavorando nei campi con le piccole e medie imprese Biologiche, facendo consulenza e
difendendo i loro diritti su tavoli di concertazione da Lei presieduti, facciamo notare che per
riconsegnare al settore il ruolo da protagonista che gli spetta, serve evidenziare che la
peculiarità dell’agricoltura italiana è legata alla gestione delle microimprese di tipo
famigliare che rimangono, come Lei ha saputo ben evidenziare, i custodi del nostro
territorio e dell’immenso patrimonio agroalimentare e forestale del nostro Paese, che la
politica dissennata di chi l’ha preceduto ha di fatto sconvolto.
Traghettare il mondo agricolo in un sistema di valori e maggiori tutele, significa per noi
voltare pagina e passare dalla difesa ad oltranza degli interessi dell’agrobusiness e delle case
farmaceutiche, alla formazione professionale dei consulenti agricoli e degli agricoltori,
affinché con minor dispendio di energie possibile, si possa migliorare la produttività
qualitativa e quantitativa delle nostre invidiate eccellenze.
Se in agricoltura ci troviamo con i costi di produzione a livelli insostenibili,
non dimentichiamo che i cereali che vengono venduti ai consorzi per quattro denari, costano
dopo pochi mesi tre volte tanto agli allevatori che li riutilizzano come mangime,
non trascuriamo che se spieghiamo agli imprenditori agricoli come riprodurre il proprio
seme ne riduciamo il costo di almeno quattro volte
non ignoriamo che se si condividono le conoscenze e le esperienze del mondo agricolo, si
possono ridurre ed ottimizzare enormemente le operazioni colturali che richiede ogni
semina, ogni potatura, ogni trattamento in campo.
Se la produzione di cibi sani e di qualità insieme alla capacità di approvvigionamento
delle materie prime agricole sono le priorità del Paese, l’ Agricoltura biologica che
realizza al migliore economia circolare nelle aziende agricole per produrre cibo di alto
valore nutraceutico, può essere sicuramente di grande aiuto
Convinti come Lei che i prezzi che non dovrebbero mai scendere al di sotto dei costi di
produzione, suggeriamo di far partire delle vere campagne di informazione alimentare, non
attraverso subrette televisive come si è fatto finora, ma attraverso concreti suggerimenti al
consumatore che lo aiutino a visitare le campagne e ad acquistare a km zero il cibo per la
sua famiglia, direttamente dal produttore, dando il giusto valore ad ogni cucchiaio di olio
extravergine d’oliva senza residui tossici, ad ogni prodotto ortofrutticolo prodotto in modo
naturale, ad ogni cereale originario che non provoca intolleranze alimentari difficili da
gestire.
Non si dimentichi inoltre che se la sovranità alimentare, si può benissimo interpretare
come il diritto di una nazione di scegliere e difendere il proprio sistema alimentare e
decidere il proprio modello produttivo, la Dichiarazione Nyéléni aggiunge che è anche
“il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in
forma sostenibile ed ecologica”.
Elogiando la Sua presa di posizione fermamente contraria al cibo ‘artificiale’, Le
ricordiamo che da oltre 40 anni ci battiamo contro il cibo spazzatura che troppo spesso
circola nella grande distribuzione e nella stesse aste che assegnano il cibo alle mense
pubbliche.
Come Lei anche noi proponiamo da sempre un modello di produzione che mette al
centro i prodotti di qualità, la stagionalità, le filiere corte e la centralità dell’agricoltore
e delle aree rurali in cui opera, al fine di consentire la produzione di cibo sano, a un
prezzo accessibile all’interno di un sistema produttivo in grado di assicurare
costantemente un elevato livello di sostenibilità ambientale.
Ci teniamo a ricordarLe a tal proposito che la dieta mediterranea da Lei proposta come
esempio di alimentazione da rilanciare a livello mondiale, utilizzava e dovrebbe utilizzare
poca carne e moltissimi prodotti naturali, cereali macinati a pietra, olio bio, ortaggi e frutta
senza residui tossici.
Ben venga un Fondo dedicato alla sovranità alimentare, come anche 1000 indispensabili
interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del cibo italiano di qualità, alla
riduzione dei costi di produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere
agricole, come anche un ulteriore fondo destinato all’acquisito di beni alimentari di
prima necessità dei soggetti economicamente fragili, senza mai trascurare che se si vuole
davvero che l’Italia diventi (dato che ancora non lo è) un presidio di eccellenza e di
sostenibilità e che le produzioni di qualità si percepiscano come una garanzia di crescita
economica nel rispetto della salute e della sostenibilità ambientale, non possiamo
permetterci di avere disciplinari di bresaola o di prosciutti DOP che lasciano arrivare carne
da allevamenti intensivi del Brasile o del nord Europa, né che nell’olio extravergine d’oliva o
nei nostri vini DOC ci siano residui di pesticidi tossici, né che le mucche del parmiggiano
reggiano siano alimentate in stalle chiuse con mangimi OGM.
Serve quindi davvero una revisione dei regolamenti del sistema DOP e IGP per
valorizzare concretamente la biodiversità dei territori (che non può confondersi con
sangiovese, prosecco, suini large white e pezzate nere olandesi), senza rischiare di essere
ridicolizzati dalla concorrenza straniera.
Saremo tutti orgogliosi se i consumatori potranno usufruire di indicazioni chiare
sull’origine delle materie prime degli alimenti, non solo per pasta, pomodoro, carni
suine trasformate, latte e prodotti lattiero-caseari, ma per tutto il cibo che arriva sulle
nostre tavole.
Difendere il cibo naturale è anche una nostra priorità, mentre organizzare e costituire i
distretti del biologico è tra proprio uno dei nostri scopi, avendo contribuito notevolmente a
redigere l’articolo 13 della Legge 23/2022, avendo inviato precise osservazioni per la
redazione del decreto da Lei firmato e avendo scritto con le amministrazioni più virtuose
alcune leggi regionali.
Se i cospicui investimenti pubblici previsti a sostegno degli imprenditori agricoli, tra
cui l’esercizio di impresa in aree svantaggiate, gli incentivi per talune pratiche agricole
(produzione con metodo biologico) e il sostegno al reddito degli imprenditori agricoli,
hanno attirato l’interesse della criminalità organizzata, per non accusarla di usare come i
suoi predecessori due pesi e due misure, la preghiamo di non trascurare che l’uso
indiscriminato di pesticidi fuori ogni norma, sta causando il costante avvelenamento cronico
delle popolazioni residenti e la contaminazione di derrate biologiche prodotte nei campi
limitrofi, senza mai mettere in discussione il sostegno che questi agricoltori percepiscono
attraverso la PAC e senza avere mai messo a disposizione delle semplici linee guida di
intervento per il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, nel quadro dei
controlli, delle verifiche e delle attività mirate alla prevenzione, all’individuazione e
alla repressione dei fenomeni criminali nel settore agroalimentare.
Se l’accaparramento di terreni agricoli attuato dal crimine organizzato e dai sodalizi
mafiosi è sempre cosa disdicevole, non va neanche trascurato l’abbandono delle terre
coltivabili che ha portato la sau agricola italiana dei cereali ad esempio, a ridursi dagli anni
70 ad oggi del 50 % (dati Istat), a causa di disastrose politiche che non consentono più
nessuna remunerazione per chi produce meno di 60 q/ha di grano tenero o meno di 50 q/ha
di grano duro.
Per quanto riguarda la siccità e investimenti irrigui va molto bene anche per noi redigere
un piano invasi se lo si fa con gli agricoltori e non con chi specula per conto loro.
Leggeremo con molta attenzione il decreto interministeriale sulla ‘condizionalità sociale’
che ha appena firmato sicuri di poter contribuire ulteriormente anche a questo importante
obiettivo
Siamo contenti che riconosca che sul tema della sostenibilità ambientale, l’agricoltura
italiana è un sistema all’avanguardia grazie alle coltivazioni certificate bio che si
estendono ormai su oltre il 17 % della sau coltivata a cui andrebbero aggiunti i pascoli ed i
terreni non certificati, condotti senza uso di pesticidi e concimi di sintesi
Ma se la sostenibilità ambientale deve, infatti, rappresentare un’opportunità le
garantiamo che le iniziative europee a cui lei fa riferimento a pagina 13 del documento
esaminato non introducono affatto ulteriori divieti e obblighi generalizzati attraverso la
proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, fatta dalla Commissione
Europea, anzi aprono a scellerati interventi aerei e ai 3 metri di distanza da ospedali e fiumi,
bambini e parchi, abitanti e monumenti, per irrorare sostanze tossiche. Mentre nessuno
dovrebbe trascurare che il divieto di usare prodotti chimici per il diserbo esiste sin dal 2009
nell’ Unione Europea ed è legge attuativa in Italia dal 1° gennaio 2014 (punto 4 allegato III
Dlgs 150 /2012) risultando una novità così eclatante da esserne tuttora tollerato l’uso
fuorilegge, consentendo alle multinazionali farmaceutiche che dominano la scena mondiale
di commercializzare in Italia ben 7 milioni di kg di tali principi attivi non ammessi in
agricoltura biologica sui 12 milioni di kg complessivamente venduti in Italia (dati Istat).
Anche sulla digitalizzazione agricola ci teniamo a far notare che non può essere imposta a
chi produce cibo naturale e mantiene tradizioni e paesaggio, mentre può essere messa
agevolmente a disposizione degli agricoltori proprio per abbattere la burocrazia che li
sommerge, attraverso semplici numeri verdi a cui telefonare con un numero di telefono
certificato per conferire dati da registrare e per ricevere assistenza
Condividendo appieno che le foreste costituiscono l’ambiente più diversificato e diffuso
sul nostro pianeta, ma anche il più minacciato dalle attività umane e dai cambiamenti
climatici, per cui abbiamo bisogno del nostro patrimonio verde ed è nostro dovere
batterci per conservarlo, Le segnaliamo che non è certo passando dalla semplificazione
amministrativa delle autorizzazioni per gli interventi selvicolturali che riusciremo a
farlo. Pensi solo alle SpA d’oltralpe che stanno disboscando la Transilvania e che sono a
caccia di superfici boscate anche in Italia per trasformare in pochissimo tempo i nostri
boschi in pellet.
La stessa approvazione la rivolgiamo a tutti gli interventi che punteranno a rafforzare le
azioni che mirano al contrasto del dissesto idrogeologico, sempre ricordandole
l’importanza della sostanza organica come collante dei tessuti agricoli essendo la migliore
cassaforte naturale della biodiversità microbica che, sopratutto nei terreni inerbiti, consente
la sopravvivenza di tonnellate di batterie e funghi microscopici che formano la rete vitale
delle comunità microbiche del suolo.
Concludiamo evidenziandole, come anticipato in premessa, la trappola più pericolosa in cui
ci auguriamo Lei si rifiuterà di cadere.
Incentivare con soldi pubblici, già erogati da chi l’ha preceduta, un laboratorio dedicato
alla “genomica” è molto pericoloso signor Ministro e la deregolamentazione dei nuovi
ogm che i portatori di interesse stanno sponsorizzando a Bruxelles consegnerà i nostri campi
e tutta la nostra biodiversità agraria che il mondo ci invidia, ad una sperimentazione che
potrà solo contaminarla irreversibilmente “attraverso programmi di sviluppo congiunto
pubblico-privato” che non nascondono “l’obbiettivo di promuovere la crescita scientifica ed
economica dell’industria sementiera” ormai in mano a quattro grandi multinazionali e
quattro fondi di investimento che tutto presagiscono tranne il perseguimento della Sovranità
alimentare.
La ringraziamo dunque per l’attenzione signor Ministro ed in attesa di incontrarLa le
facciamo i nostri migliori auguri.

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