Adesione della Repubblica italiana al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, fatto a New York il 7 luglio 2017

Ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW – Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons)

Vi proponiamo la Poposta di Legge di Sara Cunial per la Ratifica del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW – Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons) presentata alla Camera dei Deputati il 7 novembre 2021 e MAI NEMMENO CALENDARIZZATA IN COMMISSIONE.

PROPOSTA DI LEGGE D’iniziativa della deputata Cunial

Onorevoli colleghi,

dopo quasi un decennio di iniziative e azioni da parte della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN), l’organizzazione Premio Nobel per la Pace nel 2017, con uno storico voto nell’ambito della Conferenza indetta dall’Assemblea Generale, il 7 luglio 2017 le Nazioni Unite hanno adottato il Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW – Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons). 

Ad ottobre 2020, l’Honduras è diventato il 50° Paese a firmare il trattato. Dopo averlo siglato, l’accordo ha acquisito forza legale dopo un periodo di 90 giorni ed è entrato in vigore venerdì 22 gennaio 2021. 

Il trattato richiede che tutti i paesi che lo ratificano “mai in nessuna circostanza … sviluppino, testino, producano, fabbrichino e altrimenti acquisiscano, possiedano o accumulino armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari”. Vieta inoltre qualsiasi trasferimento o uso di armi nucleari o ordigni esplosivi nucleari – e la minaccia di utilizzare tali armi – e richiede alle parti di promuovere il trattato in altri paesi.

Al momento il Trattato è stato firmato da 86 nazioni e ratificato da 51 stati. Tra i Paesi che non hanno firmato figurano Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Pakistan, India, Israele e Corea del Nord. 

Solo 6 dei 49 stati europei hanno approvato e ratificato il trattato: Austria, Irlanda, Malta, San Marino Liechtenstein e lo Stato del Vaticano. 

L’Italia non ha firmato né ratificato il Trattato, pur essendo uno dei cinque stati europei che ospitano testate nucleari statunitensi nell’ambito di accordi Nato presso le basi aeree di Aviano e di Ghedi.

Tale scelta che ha sollevato numerose polemiche tra associazioni, movimenti e partiti.  Per spronare il Paese a rivedere la sua posizione è stata lanciata la campagna “Italia, ripensaci”, promossa dalla Rete Italiana Pace Disarmo e Senzatomica.

Secondo un sondaggio condotto nel 2020 da YouGov, l’87% degli italiani sarebbe favorevole all’adesione al Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari.

Ci sono oltre 14.000 bombe nucleari nel mondo, migliaia delle quali sono pronte per essere lanciate in un istante e la potenza di molte di quelle testate è decine di volte maggiore delle armi sganciate su Nagasaki e Hiroshima. 

Negli ultimi anni si è assistito ad una graduale erosione dei controlli nucleari globali, con la scadenza, nel 2019, del trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF), del 1987, che teneva i missili nucleari fuori dal suolo europeo. Il nuovo trattato di riduzione delle armi strategiche tra Stati Uniti e Russia, che limita ogni Paese al dispiegamento di non più di 1.550 testate nucleari e di 700 missili e bombardieri, è scaduto il 5 febbraio e la Nato ha chiesto ad entrambe le parti di estenderlo. 

Negli ultimi anni, a seguito del ritiro USA dal Trattato INF e della conseguente sua cancellazione, si è stipulato un nuovo trattato. Il nuovo Trattato Start sulla riduzione delle armi strategiche tra Stati Uniti e Russia, che limita ogni Paese al dispiegamento di non più di 1.550 testate nucleari e di 700 missili e bombardieri, è scaduto il 5 febbraio. Dopo che la Nato ne ha chiesto l’estensione ad entrambe le parti, il 16 giugno ’21, nel Summit Biden-Putin è stato siglato l’accordo dell’estensione.  

Le potenze nucleari non hanno ottemperato ai propri obblighi previsti dal trattato di non proliferazione: nel 2019, secondo l’Ican, nove paesi hanno speso complessivamente 72,9 miliardi di dollari statunitensi in armi nucleari.

Per vincere l’attuale opposizione delle potenze nucleari al TPAN, i fautori del trattato contano sulla capacità educativa della legge. Come ha scritto Reaching Critical Will, notiziario sul disarmo della Women’s League for Peace and Freedom («Lega delle donne per la pace e la libertà»), «la forza normativa [del trattato] cresce ogni giorno, stabilendo quel diritto internazionale consuetudinario che nel tempo avrà un impatto sulle politiche e sulle pratiche di tutti i governi».

Ramesh Thakur, ex assistente del Segretario generale delle Nazioni Unite, ha affermato che il Trattato per la proibizione «riconfigura il complesso delle leggi, delle norme, delle pratiche e dei discorsi umanitari sulle armi nucleari».

Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Ican (la campagna internazionale contro le armi nucleari) e Suzi Snyder, della Pax (organizzazione pacifista olandese), pensano che il trattato avrà crescente influenza nel solco della tendenza attuale all’adozione di altri nuovi trattati sulle armi.

Sottolineano come nel caso degli accordi sulle mine terrestri e sulle munizioni a grappolo l’iniziale opposizione abbia lasciato il posto alla consuetudine dell’osservanza e infine all’accettazione della messa al bando. Ritengono inoltre che la perdita di reputazione per il possesso di armi vietate porterà alla loro eliminazione.

I sostenitori del trattato fanno affidamento sull’effetto di stigmatizzazione che colpisce quei Paesi che si pongono fuori dal consenso internazionale conto un’arma detestata: esso potrebbe indurre a un concreto rispetto della norma e quindi alla firma del trattato.

Il diritto internazionale già considera le armi nucleari, insieme a quelle chimiche e biologiche, armi di distruzione di massa (ADM). Giuristi internazionali si sono detti favorevoli al trattato TPAN, perché ha colmato «una lacuna legale» nella proibizione delle ADM: mentre le armi chimiche e biologiche erano state vietate, non era avvenuta la stessa cosa per le armi nucleari, ossia per la classe più distruttiva in assoluto delle armi di distruzione di massa.

La presente proposta di legge autorizza, all’articolo 1, il Presidente della Repubblica a ratificare il Trattato di messa al bando delle armi nucleari (TPNW – Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons). 

L’articolo 2 prevede l’ordine di esecuzione.

L’articolo 3 dispone i tempi per l’entrata in vigore.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1. (Ratifica del Trattato)

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare il “Trattato delle Nazioni Unite per la proibizione delle armi nucleari”, (TPNW – Treaty on the prohibition of nuclear weapons) approvato dalla Conferenza ONU svoltasi a new York il 7 luglio 2017.

Art. 2. (Ordine di esecuzione)

1. Piena ed intera esecuzione è data al trattato a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto previsto dall’articolo 15 del trattato stesso.

Art. 3. (Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.