Recensione del libro di Patrizia Scanu, Oltre la scuola e l’homeschooling.

Riparare i danni della pandemia

| Irene Starace |

Recensione del libro di Patrizia Scanu, Oltre la scuola e l’homeschooling. Riparare i danni della pandemia ed educare per il mondo che verrà, Torino, Il Leone Verde Edizioni, 2022

Con il pretesto di combattere l’epidemia da covid-19, un’epidemia gonfiata ad arte con cure mancate, menzogne e martellante terrorismo mediatico, è stato sferrato un attacco senza precedenti all’essere umano, ai suoi diritti inalienabili e alla sua stessa natura.

Per riuscire al meglio, quest’attacco doveva essere sferrato alle generazioni più giovani, e la scuola ha svolto in questo un ruolo di primo piano, con gli insegnanti che, tranne poche eccezioni, hanno accettato di diventare gli aguzzini dei loro allievi.

L’autrice del libro, psicologa e insegnante di scienze umane con una lunga esperienza, spiega nel primo capitolo i meccanismi di manipolazione psicologica messi massicciamente in atto per ottenere l’obbedienza dalla maggioranza della popolazione, e le ragioni del loro successo: essenzialmente, paura della morte, scarsa conoscenza delle dinamiche psicologiche e del funzionamento del potere, visione poco spirituale della vita, e nel caso degli insegnanti, anche una formazione inadeguata e carenza di autentica vocazione educativa.

La militarizzazione della scuola a scopo sanitario ne ha minato dalla base il ruolo come  istituzione fondante del sistema democratico e luogo della crescita serena dei più giovani, e rende indispensabile cercare alternative per tutelare i bambini e i ragazzi, in primo luogo per riparare i danni che hanno subìto, e poi per mettere in atto la trasformazione, o meglio, per garantire ai bambini e ai ragazzi il pieno sviluppo della loro personalità e delle loro capacità, nel segno dell’empatia, del pensiero critico, della collaborazione e dello sviluppo della Coscienza spirituale: insomma, di tutto ciò che la guerra all’umanità in corso sta cercando in ogni modo di soffocare e spegnere, e che non gode di nessuna considerazione nella scuola di oggi, ma che costituisce il miglior strumento di resistenza al totalitarismo che si sta instaurando.

L’autrice, che coordina il gruppo Rebis sul risveglio del Femminile spirituale come risorsa di liberazione dalla visione predatoria della società, veicolata dal neoliberismo, considera fondamentale il recupero del femminile, “represso e umiliato per secoli”, come via d’accesso a una spiritualità integra e ad una società basata sulla cooperazione, anziché sulla competizione.

Per tutto questo c’è bisogno di insegnanti capaci di lavorare su di sé, perché “si insegna ciò che si è”, di instaurare relazioni basate sull’autorevolezza e allo stesso tempo sull’empatia, e consapevoli della storia e dei limiti della disciplina che insegnano, in modo da non trasmettere agli studenti risposte facili e preconfezionate, ma da nutrire e mantenere allenato il loro senso critico.

Una scuola di questo tipo non può realizzarsi, almeno per ora, nel sistema scolastico attuale, ma il suo punto di partenza può essere l’istruzione parentale (con insegnanti, non solo con i genitori), che può garantire più attenzione ai bisogni dei singoli studenti e un’organizzazione più flessibile. Per raggiungere gli obiettivi della nuova scuola non c’è bisogno di voti e orari rigidi, e sono sufficienti poche regole, in questo momento anche per restituire ai bambini e ai ragazzi la libertà che hanno perso per più di due anni.

L’autrice propone un nome nuovo per questo tipo di scuola, o meglio, il ritorno al suo nome antico: il greco scholé, che si riferiva al tempo dedicato a sé stessi. 

La collaborazione dei genitori, naturalmente, è indispensabile. Per dare un’idea dell’obiettivo di questo lavoro viene usata la metafora dell’arca di Noè: in questo momento storico agli adulti, genitori e insegnanti, tocca “traghettare i…figli dal vecchio mondo, ormai marcio e decrepito, a quello nuovo”.

Alla domanda se questo tipo di scuola sia realizzabile concretamente, risponde che una prima esperienza è già stata fatta con ragazzi dai 16 ai 19 anni, nella modalità del seminario.

La novità della sua proposta sta anche nella sua estensione ai ragazzi delle medie e delle superiori, mentre finora la scuola parentale (sempre molto minoritaria in Italia, ma in crescita dal 2020 per ovvi motivi) ha riguardato soprattutto i bambini.

Certamente concretizzare questo progetto è difficile, ma non stiamo vivendo tempi facili e non è più possibile delegare.

Gli adulti non possono continuare a rinunciare alla loro responsabilità nei confronti dei figli e degli allievi, e questo libro, che spiega con chiarezza e una ricchissima documentazione (inclusa un’appendice con i siti delle associazioni di educazione parentale già esistenti) i problemi della didattica e le possibili soluzioni, è sicuramente un aiuto fondamentale.    

Nel 2020, mentre imperversavano la paura e l’addomesticamento, Sara Cunial ha proposto una serie di Conferenza Stampa alla Camera dei Deputati. Vi riproponiamo qui la Conferenza con

la Dott.sa Giuditta Fagnani, Psicologa dell’età evolutiva e psicoterapeuta sistemico-relazionale, “Il futuro che sogniamo: la tutela dei bisogni in età evolutiva”;

la Dott.sa Patrizia Scanu, Psicologa clinica, Gestalt Counsellor e docente liceale, “Quarantena e rientro a scuola: effetti sulla salute psicologica di bambini e adolescenti”;

il Dott. Vittorio Lodolo Doria, Medico specialista in Ematologia ed esperto di malattie professionali degli insegnanti (in collegamento), “La salute dei docenti è tutelata?”.

Benessere e salute nella scuola dell’emergenza sanitaria

Il lungo confinamento domiciliare e il terrorismo legato all’emergenza sanitaria hanno lacerato il tessuto sociale e psicologico di questo Paese.

I più giovani hanno pagato il prezzo più alto per queste sciagurate misure emergenziali. Dopo la lunghissima interruzione scolastica, il rientro sui banchi si preannunciava pieno di incognite, ansia e violenza.

Quello a cui abbiamo assistito è una serie infinita di maltrattamenti e abusi ai danni dei più piccoli: i meno colpiti e coinvolti in questa fantomatica emergenza hanno pagato e continueranno a pagare il prezzo più alto. Distruggendo la loro anima stiamo distruggendo la nostra memoria e il nostro futuro. Per paura di un virus hanno ucciso l’infanzia e preparato la popolazione alle politiche del controllo.

Per fortuna già oggi c’è stato chi ha detto NO: tantissimi insegnanti hanno chiesto permessi gratuiti per non essere complici di questo orrore. Tantissime famiglie si sono organizzate per evitare di portare i figli a scuola. Una nuova realtà ha gettato le proprie fondamenta.

Non essere complici è un primo passo importantissimo. Battersi perché tutto questo non si protragga è fondamentale. Per la salute dei bambini, dei ragazzi e degli insegnanti.

GRAZIE DAVVERO DI CUORE per la competenza, la sensibilità e l’amore che ci avete messo.

GUARDA LA CONFERENZA STAMPA https://youtu.be/9bb_6QSFXLg

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