Non toccare terra e non vedere il sole di Mirella Santamato

Non toccare terra e non vedere il sole

Prosegue il racconto di Mirella Santamato sulle trappole invisibili che ci impediscono di amare.
Se sei rimasto/a indietro leggi tutti i brani del racconto di Mirella Santamato.

Per approfondire la tematica precedente, leggo questo breve scorcio di vita di una grande donna del passato, Eleonora Pimentel Fonseca. Come molti sapranno, Eleonora visse negli anni a cavallo della Rivoluzione Francese. Gli ideali rivoluzionari infiammarono l’anima ardente di lei e la spinsero a pensare che sotto quella parola egalitè si nascondesse anche l’uguaglianza per il sesso femminile.

Povera, illusa Eleonora! Poetessa, donna intelligente, colta e raffinata, lottò con immensa energia per cambiare la mentalità ristretta del suo tempo, ma “si sposò, nel frattempo, con un capitano dell’esercito di sua maestà: Tria de Solis, uomo molto brutale e collerico, che la fece abortire due volte per calci al ventre che le sferrava ogni volta che sapeva che era incinta. Non perché non desiderasse avere figli, anzi ne avrebbe voluti tanti, sani e forti. Il problema per lui era Eleonora, perché lui asseriva che “non poteva permettere che la madre dei suoi figli li avvelenasse già nel grembo, sforzandosi il cervello a leggere e scrivere, mentre avrebbe dovuto solo ricamare panni leggiadri per neonati!”.

La possessività maschile nei confronti della donna è cosa arcinota, e molti sostengono che ci sia anche una componente naturale in questo comportamento, ma non è così.

In natura, tra gli esseri viventi (mammiferi, rettili, insetti ecc..) esistono tutte le forme di relazione possibili tra i sessi. Dal cavalluccio marino il cui maschio fa da tenera mamma ai nuovi nati alla famosa mantide religiosa il cui comportamento è noto a tutti. Per chi fosse interessato ad approfondire si rimanda il lettore al famoso libro “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Bellotti.

 Secondo il marito della povera Eleonora, quindi, l’intelligenza della madre poteva avvelenare i figli! Alcuni mi diranno che questi sono episodi del passato e che ora non esistono più, ma io non ne sarei così certa.

Credo che dietro questa violenza ci sia una motivazione ancora più nascosta : la paura che da sempre (cioè da quando Adamo non ha ridato amore ad Eva) il maschio nutre per il “potere” del femminile, e, di conseguenza, la donna intelligente è quella che fa più paura di tutte.

Le donne intelligenti e sensibili sono sempre state e sempre saranno le prime ad avere gli strumenti per capire il proprio valore, quindi sono le più pericolose.

Nel passato molto spesso restavano zitelle, in modo che non potessero riprodursi. Ma nel dubbio che una donna potesse comunque essere intelligente, e capire, era meglio castrarla subito da piccola. Prima era, meglio era.

Nelle tribù più antiche le donne mestruate erano addirittura relegate in apposite capanne lontano dal villaggio, perchè considerate “pericolose”, in quanto vicine, più di altri periodi, alla possibilità di rimettersi in connessione profonda con la vita.

Leggo la curiosa spiegazione che Henry Goodworth dà del fenomeno nel suo testo “Il sesso nella magia e nella superstizioni”

“Non toccare terra e non vedere il sole sono dei connotati che regolamentano la vita delle persone tabù o sacre. […] come la scienza ci dice che si può scaricare l’elettricità per contatto con la terra, così le tribù pensavano che si potessero disperdere le energie magiche con il contatto con il terreno. [….] in una tribù della costa settentrionale del lago Nyassa, in Africa, è di regola che ogni fanciulla al menarca debba rimanere in una gabbia sospesa dal suolo e priva di luce. […] Queste gabbie erano fatte di larghe foglie di banano, a circa un metro dal suolo v’era una intelaiatura di bambù che formava il pavimento. Mi dissero che in ognuna di queste gabbie era rinchiusa una fanciulla che vi doveva rimanere per almeno quattro o cinque anni senza mai uscire…”

Se siete increduli su questi fatti, vi ricordo che anche nelle nostre campagne era in uso pensare che la donna mestruata facesse ammalare le piante che toccava, che la panna non montasse, se lei era in cucina, e che la maionese, toccata dalle sue mani, impazzisse… Qualcuno di voi sicuramente se lo ricorda.

Il pericolo, in effetti, c’era. Il pericolo, la misteriosa magia che avrebbe potuto compiersi, era che la Donna “capisse”, capisse attraverso il messaggero naturale delle mestruazioni, che poteva avere accesso alle Verità profonde, e quindi al suo personale potere. Da qui l’ancestrale timore perfino a nominare la parola “mestruazione”. Sempre nelle nostre campagne si ricorreva a parafrasi del tipo: “È arrivato l’ambasciatore” o “È arrivato il marchese”.

Avete notato che si fa sempre riferimento, anche se nascosto, ad un messaggio ovvero ad un portatore di messaggi? Il messaggio profondo che il sangue mensile doveva portare a ogni donna era ormai perduto, e le mamme non erano più capaci di trasmetterlo alle figlie, né le nonne alle nipoti.

Perfino nelle moderne pubblicità il sangue mestruale è… blu!

Nonostante tutto questo ostracismo, sempre, nei secoli, qualche donna, tutta da sola, capiva. E allora cominciavano i guai.

Una Donna che “capisce” sul serio diventa una potenza cosmica, pari, in Divinità, all’uomo. E, poi, sarà capace di diventare sua compagna per l’eternità.

L’uomo ha sempre avuto un segreto e reverenziale timore verso questo enorme potere femminile, e ha cercato, in tutti i secoli e a tutte le latitudini, di castrarlo o, almeno, di renderlo innocuo. Senza rendersi conto che, castrando lei, in realtà castrava anche sé stesso.

…to be continued

(Brano liberamente tratto dal libro “LA TRAPPOLA INVISIBILE “e “QUANDO TROIA ERA SOLO UNA CITTÀ” della stessa autrice- per acquisto libri e inserimento nel mailing list: www.mirellasantamato.net)

l’immagine: Raffaello Sanzio
(Urbino 1483 – Roma 1520)
Ritratto di gentildonna (La Muta)
Olio su tavola, 65,2 x 48 cm
Urbino, Galleria Nazionale delle Marche